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Ogni tanto mi fermo per strada, parcheggio la moto e fotografo i manifesti pubblicitari, non quelli interi, ma quelli strappati. A Roma succede da sempre, lo vediamo anche nei film degli anni’50 (per esempio La Dolce Vita), la gente passa e strappa una striscia. Anche gli agenti atmosferici contribuiscono al deterioramento della carta stampata che, rovinata, acquista un suo fascino particolare.
Non contento delle foto, che mi serviranno per la base digitale delle composizioni, in modo più o meno clandestino anche io strappo brandelli di pubblicità, proprio come faceva Mimmo Rotella, e riempio diversi bidoni contenitori dai quali attingo per la fase analogica del “ricollage”, ovvero quando incollo sulla tela stampata quei pezzi di carta strappata più o meno grandi.
Questa operazione, oltre a rendere ogni copia tecnicamente unica, dà quel pizzico di materia e tridimensionalità molto apprezzata soprattutto con la luce radente.
Anche i dettagli contano.

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